DISGRAFIA

Il termine disgrafia qualifica una scrittura inadeguata, spesso faticosa, non ben leggibile, disordinato e poco scorrevole, rispetto all’età dello scrivente e alla sua classe di frequenza.

 La disgrafia non è generalmente causata da deficit intellettivi o neurologici, bensì da difficoltà percettive e soprattutto motorie, quando il bambino o la bambina deve eseguire le lettere, ed è talvolta in relazione anche con problemi di lateralità o di tipo psicologico.

Tuttora, si tende a distinguere, secondo il quadro clinico, tra disgrafia come disturbo specifico di apprendimento (dovuta prevalentemente a cause neurobiologiche) e difficoltà scolastica di scrittura (dovuta più a mancati stimoli in fase di insegnamento/apprendimento). Tuttavia, sulla base dei più recenti studi scientifici, si tratta in realtà di una medesima linea continua di difficoltà analoghe, anche se di grado diverso che dovrebbero indurre ad interventi di maggiore prevenzione e recupero, prima di ricorrere eventualmente a strategie dispensative e compensative, come previsto dalla Legge 170 del 2010 sui DSA.

Questo significa che almeno nelle forme medio-lievi, le difficoltà grafo-motorie possono essere in buona parte limitate con un metodo didattico specifico di preparazione e avvio alla scrittura come gesto grafico, se applicato durante la scuola dell’infanzia e all’inizio della scuola primaria. Ciò è stato dimostrato nel corso dei più di 20 anni dalla ricerca sperimentale alla base del Metodo Venturelli, attraverso il confronto oggettivo delle medesime prove con gruppi di controllo di alunni, non sottoposti a sperimentazione.  

Prevenire le difficoltà di scrittura a mano, oltre a favorire l’autostima e la motivazione, consente di promuovere le competenze di motricità fine e tutti gli altri apprendimenti scolastici, ma soprattutto permette di limitare il ricorso alle strategie dispensative e compensative (scrivere di meno, in stampatello anziché in corsivo o usare il tablet in sostituzione della penna) per  bambini e ragazzi con DSA e BES che presentano difficoltà di scrittura a mano.

Scrittura di ragazzo disgrafico di 12 anni, prima della rieducazione

Dopo la rieducazione

RIEDUCAZIONE DELLA SCRITTURA

Nata in Francia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la rieducazione della scrittura vanta tecniche promosse da esperti come H. Masson, J. De Ajuriaguerra e R. Olivaux e applicate nel corso di circa mezzo secolo per aiutare i bambini disgrafici.

La rieducazione della scrittura interviene dunque per realizzare potenzialità latenti che non erano state prima di allora utilizzate dal soggetto. Essa comporta un processo che tende a fare abbandonare gli automatismi “scorretti”, per attivare percorsi neuronali più efficaci da un punto di vista funzionale e per creare abitudini che facilitino la scrittura in fase esecutiva, negli aspetti della leggibilità, della scorrevolezza e dell’ordine spaziale. Le tecniche utilizzate vanno da attività preparatorie di rilassamento e di motricità specifica degli arti coinvolti nel gesto grafico ad esercizi di macrografia e di pregrafismo, fino alla vera e propria rieducazione della scrittura.

IL PERCORSO RIEDUCATIVO SECONDO IL METODO VENTURELLI

Un Itinerario a Fasi Progressive che si Supportano

Normalmente, un percorso di recupero dura circa 20 sedute e viene intrapreso tra la seconda e la terza classe di scuola primaria, anche se è possibile anche in classi più avanzate e persino negli adulti, purché vi sia una adeguata motivazione e uno specifico allenamento. Infatti, oltre all’appuntamento settimanale, è importante l’impegno del soggetto che deve eseguire a casa esercizi quotidiani di potenziamento degli aspetti funzionali inizialmente carenti.

Una rieducazione può dirsi conclusa quando un bambino scrive bene in modo autonomo e in ogni situazione, a casa e a scuola, in modo ben leggibile e con velocità adeguata alla sua età. E la risoluzione di questo problema innesca benefici ad ampio spettro, da quelli del rendimento scolastico, a quelli della motivazione, della serenità e della buona fiducia in sé.

dI RICERCA SPERIMENTALE

università coinvolte nella didattica

alunni coinvolti nella RICERCA

ESPERTI

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